Riorganizzare le partecipate, recuperando così risorse per fare investimenti, è la prima cosa da fare per rilanciare l’economia. Lo ha detto anche la Corte dei conti regionale. Ieri ho affrontato, insieme al giornalista Davide Giacalone, questo tema a Salsomaggiore nel corso di un incontro organizzato dall’associazione ControCorrente all’hotel Casa Romagnosi. Le Terme di Salso e Tabiano sono state giudicate dalla Corte dei conti la peggior partecipata della Regione, insieme alle Fiere di Parma. Le Terme sono di proprietà di Regione e Provincia (da sempre gestite dalla sinistra) e del Comune (quasi sempre gestito dalla sinistra). Sono, purtroppo, l’emblema di una politica fallimentare. Non si è capito il valore delle acque e siamo rimasti indietro. La conseguenza sono 81 lavoratori che rischiano seriamente il posto. Non devono essere loro a pagare ma i politici e i manager che con le loro scelte hanno portato l’azienda verso il fallimento. La politica deve uscire dalla gestione di Terme: si trovino manager capaci, si prepari un piano industriale serio e si privatizzino. Solo un investitore privato può salvare Terme. Giacalone è d’accordo con me. “Per diminuire la pressione fiscale serve dismettere patrimonio pubblico, vale a dire le società partecipate e municipalizzate, che servono come parcheggio per politici senza lavoro. E’ proprio per questo che non vengono riorganizzate e privatizzate, perché non si saprebbe più dove mettere i politici rimasti senza poltrona. Vendendole, invece, si riuscirebbe ad abbassare la pressione fiscale e, quindi, a rilanciare l’economia” ha spiegato. L’Emilia Romagna ha quasi 500 partecipate, emblema di un sistema uguale da sempre ma che comincia a scricchiolare. E’ per questo che serve aria nuova in Regione, ci vuole il coraggio di scardinare questo sistema per dare nuovo slancio alla nostra Regione.
Francesca Gambarini
Candidata al Consiglio regionale per Forza Italia