“Il Governo Draghi deve raccogliere la migliori energie del Paese e il centrodestra deve farne parte nel modo più ampio possibile”. Francesca Gambarini, coordinatore per l’Emilia Romagna di Cambiamo!, commenta a caldo le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Toti al termine delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. “Mario Draghi è una figura di altissimo profilo e di grande spessore internazionale e Cambiamo! guarda con spirito propositivo alla nascita del nuovo Governo. Stiamo per passare da un Governo formato da persone con scarsa competenza a un Governo che potrà e dovrà raccogliere tutti le migliori energie in campo in discontinuità con quello che è stato il Governo Conte bis. Riteniamo che il nuovo Governo si debba concentrare sull’elaborazione di un piano straordinario vaccinazioni che ora manca e sull’utilizzo delle risorse del Recovery fund. Non basta avere le risorse, è fondamentale essere in grado di utilizzarle nel miglior modo possibile, abbandonando la via dell’assistenzialismo. Bisogna creare crescita e sviluppo. Infrastrutture, detassazione e sostegno alle imprese sono tre dei temi che dovranno essere prioritari per il nuovo Governo. Ci auguriamo che tutto il centrodestra possa far parte di questo Governo che dovrà rappresentare tutte le sensibilità del Paese” conclude Gambarini.
Cambiamo! sarà in campo alle elezioni comunali di Bologna con il centrodestra L’annuncio dato in conferenza stampa da Massimo Berutti, Francesca Gambarini e Michele Laganà
Cambiamo!, il movimento fondato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in Emilia Romagna e a Bologna c’è e sarà presente alle elezioni amministrative, nel campo del centrodestra. L’annuncio è stato dato nel pomeriggio di oggi in occasione di una conferenza stampa a Casa Sant’Angelo a Bologna alla quale hanno partecipato il presidente dell’assemblea nazionale sen. Massimo Berutti, la coordinatrice regionale Francesca Gambarini e il referente del partito per Bologna e provincia Michele Laganà. “Il prossimo anno si voterà nelle città più importanti d’Italia, tra cui Bologna. Dopo l’ottimo risultato in Liguria, ci stiamo strutturando in tutta Italia e siamo aperti a tutte quelle persone che non si riconoscono più nei partiti tradizionali. Ci collochiamo ovviamente nel centrodestra: siamo piccoli ma non nell’angolo. A Bologna stiamo lavorando con un gruppo di persone che vogliono il bene della città e siamo a disposizione degli amici di centrodestra. Il candidato? Non ci interessano le etichette di civico o poltico, deve essere il migliore. La politica sta cambiando e dobbiamo cogliere l’opportunità” ha dichiarato Berutti. “Questa è la prima uscita ufficiale di Cambiamo! a Bologna. Stiamo lavorando per radicarci in Emilia Romagna e per essere presenti alle elezioni comunali di Bologna, un appuntamento fondamentale. Anche qui a Bologna lavoriamo per un centrodestra aperto ed inclusivo che vada oltre gli steccati dei partiti e guardi a quel mondo moderato e liberato che noi vogliamo rappresentare. Insomma, alleati ma diversi per riuscire a raccogliere ed unire tante diverse sensibilità. Metteremo a disposizione della coalizione idee e persone e lavoreremo insieme per individuare il candidato migliore per rappresentare gli interessi diffusi di una città complessa come Bologna” ha aggiunto Gambarini. “C’è davvero molto interesse verso il nostro movimento e ne sono felice. Ci stiamo muovendo soprattutto nei quartieri per formare una squadra di persone che vive davvero la città e ne conosca bene la realtà. Siamo al tavolo del centrodestra e lavoreremo con gli alleati per costruire la migliore proposta possibile. Bologna è una città che non ha niente da invidiare a nessun’altra e che ha tantissime potenzialità in tanti settori, dal turismo alla cultura” ha concluso Laganà.
“L’obiettivo di Cambiamo!? Non è certo quello di prendere il 3 o il 4% per mantenere le proprie poltrone e nemmeno quello di accordarsi a un centrodestra sempre uguale a sè stesso. Il centrodestra non è un insieme di sigle ma è fatto di idee, valori e progetti. Noi siamo per una politica seria e pragmatica e vogliamo costruire un centrodestra nuovo dove noi siamo la parte liberale, riformista e moderata. Serve una nuova casa dei moderati perchè se la vecchia la stanno tutti abbandonando è indubbio ne serva una diversa”. Lo ho detto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo!, in occasione dell’assemblea nazionale del partito, svoltasi sulla piattaforma Zoom. Tra i circa 200 partecipanti, da ogni parte d’Italia, anche Francesca Gambarini, che ha parlato dell’attuale situazione in Emilia Romagna. “L’Emilia Romagna sta vivendo un momento di pesante crisi che è stata prima sanitaria, con migliaia di morti a causa del Covid, ed ora economica con dati fortemente negativi, imprese sull’orlo del fallimento e tanti posti di lavoro persi – ha spiegato Gambarini – . Il malcontento dei cittadini è tanto e non soltanto verso le soluzioni ampiamente insufficienti messe in campo da Bonaccini. Il malcontento è ancora verso l’opposizione che in tanti casi non riesce ad andare oltre slogan poco applicabili nella realtà. Ed ecco che entriamo in scena noi, con la nostra proposta fatta di buon senso, concretezza e competenza. Al di là dei giri di parole, noi proponiamo progetti realizzabili e calati nella realtà territoriale”.
“Il buon governo, la competenza e la serietà del presidente Giovanni Toti sono stati premiati. La vittoria del centrodestra in Liguria è schiacciante. L’ammucchiata centrosinistra/Movimento 5 Stelle (due facce della stessa medaglia) ha subito una sonora sconfitta in una Regione dove per anni e anni la sinistra ha governato. Ma evidentemente lo ha fatto male. Straordinaria è l’affermazione di Cambiamo! che, con il 22%, risulta primo partito della Regione. Segno evidente che i liguri hanno apprezzato la concretezza e il buonsenso del presidente Toti. Questo risultato deve essere il punto di partenza per la costruzione di un centrodestra ampio che vada oltre gli steccati dei partiti e del sovranismo e che sappia raccogliere tutte la sensibilità del mondo conservatore e liberale. Un progetto a cui da tempo lavoriamo insieme al presidente Toti e che ora siamo convinti possa davvero prendere forma”. Lo scrive in una nota il coordinatore di Cambiamo! Emilia Romagna Francesca Gambarini, insieme ai consiglieri comunali del parmense Nicolas Brigati, Jacopo Rosa e Giuseppe Comerci.
Emergenza Covid19, Francesca Gambarini (Cambiamo!) guarda avanti: “Elaborare un piano graduale di riapertura delle attività produttive e capire come programmare il futuro”
Mentre la curva dei nuovi contagi da Covid-19 stenta a rallentare, sempre più preoccupazioni desta anche il futuro economico del paese. Quali sono le misure che lo Stato dovrà mettere in gioco per evitare che, alla fine dell’emergenza sanitaria, non dovremo fare i conti con un altrettanto preoccupante crisi economica. Il governo sta affrontando nel migliore dei modi possibili l’emergenza Coronavirus? Lo abbiamo chiesto a Francesca Gambarini, Responsabile per l’Emilia Romagna di Cambiamo!, nonché tra i fondatori del giovane partito di Giovanni Toti.
In qualità di Responsabile di Cambiamo! Per la Regione Emilia-Romagna, si sente di poter affermare – come oggi ha dichiarato il commissario Sergio Venturi – che la fase più dura dell’epidemia sia passata? Il numero dei nuovi contagi negli ultimi giorni è diminuito. È un buon segno ma non spetta a me valutare se la fase più dura dell’epidemia sia passata. Questo è compito delle aziende sanitarie e lascio che a parlare siano loro. Non posso che augurarmi sia così e che si possa presto programmare il ritorno alla normalità. Purtroppo, il numero di morti è ancora molto alto nelle province emiliane più colpite. È un aspetto su cui interrogarsi per dare una risposta: dietro i numeri ci sono vite umane spezzate e famiglie distrutte.
In una nota pubblicata il 30 marzo, ha espresso l’urgenza di garantire agli operatori socio-sanitari tutti i DPI necessari alla loro salute. Ci sono novità da questo punto di vista? Pensa che non si è fatto abbastanza per tutelare la categoria? Il presidente Bonaccini ha annunciato l’arrivo di DPI. Mascherine, calzari e tute sono l’unico modo per arginare il contagio nelle strutture sanitarie. Diversi medici sono morti dopo aver contratto la malattia in ospedale e si stima che il 10% degli operatori sia contagiato. Si è quindi arrivati “lunghi”, sottovalutando inizialmente la gravità della situazione. Ora si corre ai ripari, dopo che a inizio emergenza mancavano i presidi necessari. Sottolineo che i DPI devono essere forniti anche a tutti gli operatori delle strutture per anziani che sono potenziali focolai.
Già il 19 marzo lei proponeva tamponi a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna, cosa che adesso sembra essere sempre più verosimile. Pensa che questo “ritardo” possa esser stato un errore drammatico nella lotta al Covid-19, sia nella sua regione che nell’intero paese? A monte c’è un grave errore del Governo che ha sottovalutato la situazione, emanando con ritardo le misure di prevenzione. Se già a gennaio e febbraio si fossero fatti tamponi a chi arrivava in ospedale con polmoniti sospette si sarebbe probabilmente riusciti a contenere la diffusione del virus. Mi fa piacere che oggi si segua l’esempio del Veneto di Zaia, dove il contagio è stato ben contenuto, iniziando a fare tamponi a più persone possibili. Da subito si sarebbe dovuto seguire il modello della Corea del Sud per riuscire ad isolare e curare le persone positive anche asintomatiche. Ritengo sia un esempio da seguire anche la nave ospedale allestita nella Liguria di Giovanni Toti.
A proposito del bonus di 600 previsto per i lavoratori autonomi dal decreto Cura Italia, lo ha definito “una presa in giro”. Quali sono secondo lei e il suo partito le misure necessarie per evitare il collasso economico del paese? Cambiamo! ha presentato un serie di proposte – un pacchetto da 100 miliardi, chiamato Risorgi Italia. Per i professionisti e le partite iva ritengo più serio provvedere a neutralizzare i pagamenti per alcuni mesi e a prevedere iniezioni più cospicue di liquidità rispetto a 600 euro buoni a poco e niente. Per il 2020 è necessario ridurre di almeno ¼ di Ires, Irpef e Irap. Le banche, e non le imprese, dovrebbero poi anticipare la cassa integrazione. Particolare attenzione poi va rivolta alle fasce più deboli della società, con strumenti come la social card, ma tutti i cittadini vanno sostenuti con misure come la sospensione di parte dei tributi almeno fino al 31 agosto, la sospensione fino a fine anno di bollo e RC auto e la sterilizzazione degli oneri in bolletta. Questo, unito allo sblocco degli investimenti e all’estensione della golden power per le aziende, può far fare ripartire l’Italia.
Un commento generale sulla situazione attuale: ritiene adeguato il modo in cui il presidente del Consiglio e in genere il governo sta affrontando l’emergenza sanitaria? No. Ci si è mossi in ritardo: si dovevano prendere maggiori precauzioni già agli inizi di febbraio, per intenderci quando i governatori di centrodestra segnalavano il pericolo e il leader del Pd definiva il coronavirus una semplice influenza. Invece tutto è stato sottovaluto e ora si va avanti a colpi di decreto cambiando idea ogni giorno e senza una strategia e una programmazione per il futuro.
Uno sguardo al futuro: qual è secondo lei la lezione che l’Italia dovrebbe apprendere da questa terribile vicenda? Una volta terminata l’emergenza, dovremo fare i conti con l’emergenza economica e mi auguro non ci sia anche un’emergenza sociale. Già da ora dobbiamo elaborare un piano graduale di riapertura delle attività produttive e sociali e capire come programmare il futuro. Detto questo, dovremo capire che la spesa per la sanità deve essere al primo posto perché non possiamo più essere impreparati ad affrontare le emergenze. Decine di migliaia di persone ci hanno lasciato: chi ci governa ha responsabilità? Mi auguro anche che a mente fredda emerga con chiarezza chi è stato in grado di gestire l’emergenza e chi no. Poi ci sarà da fare una seria riflessione sull’Unione Europea e sul suo: questa Europa ha senso di esistere? L’Europa deve essere un’Europa dei popoli, non delle burocrazie.
PARMA, 21 feb. – Francesca Gambarini, parmense e candidata alla recenti Regionali, è stata nominata responsabile del comitato promotore di Cambiamo! per la Regione Emilia Romagna. L’incarico durerà fino allo svolgimento dei congressi regionali. “Ringrazio per la fiducia il presidente Giovanni Toti e tutti i componenti del comitato nazionale di Cambiamo! – commenta Francesca Gambarini -. Ci aspetta un lavoro molto duro e impegnativo ma i moderati hanno bisogno di una casa. Cambiamo! nasce per rappresentare i liberali e i riformisti: siamo e saremo saldamente nel centrodestra. Dovremo lavorare pancia a terra, mattoncino su mattoncino, per dare forma a un progetto politico serio che dia voce a chi ora non la ha e per portare avanti proposte e idee sui temi legati a infrastrutture, sanità e ambiente. Lo spazio politico c’è, sta a noi riempirlo. In Emilia Romagna, dopo le elezioni, inizia il nostro percorso di crescita e radicamento sul territorio: dobbiamo allargare la coalizione di centrodestra a tutte le forze civiche e moderate che non si riconoscono nel governo della sinistra”.
L’Emilia Romagna ha scelto Bonaccini. Sto guardando i dati… persa tra percentuali e preferenze.
Resta l’amarezza della consapevolezza che questo sistema tessera’ ancora la sua rete, ma lasciatemi dire che per noi questo è l’inizio di qualcosa di nuovo. Di importante! Un primo mattoncino. Un primo passo. Perché vero è che ci siamo presentati, con sacrificio, sotto un simbolo che nessuno conosceva, ma vero è anche che se oggi guardiamo, per esempio, le preferenze, senza un partito trainante, possiamo dire di aver creato una rete importante qui a Parma. Soprattutto se paragoniamo le nostre preferenze al risultato personale di altri in partiti e liste strutturati. Perché la verità è che contano le persone. E noi, come sempre, partiamo da loro.
Ed ecco la cosa più importante: grazie, infinitamente grazie a tutti voi che siete stati con me. Che avete scritto il mio nome sotto un simbolo sconosciuto. A voi che con me avete iniziato questo percorso. A voi che con me avete fatto una specie di miracolo. A voi, senza i quali, io non potrei fare nulla: GRAZIE!!!
“L’Emilia Romagna ha scelto Bonaccini. Ne prendiamo atto perchè il popolo è sovrano. Dall’analisi dei dati emerge che in diverse province tra cui Parma il centrodestra supera il 50%, fatto questo estremamente positivo e che lascia ben sperare”. Lo scrive in una nota Francesca Gambarini, esponente di Cambiamo!. “Resta l’amarezza della consapevolezza che questo sistema tesserà ancora la sua rete, ma, per quanto mi riguarda, lasciatemi dire che per noi questo è l’inizio di qualcosa di nuovo – prosegue – . Aver raccolto queste preferenze (che rappresentano il 20% dei voti totali della lista in tutta la Regione) sotto un simbolo sconosciuto con un movimento nato poche settimane fa è un grandissimo risultato. Dimostra che ci siamo e che le persone contano più dei simboli. Credo che quello che è stato fatto sia un piccolo miracolo soprattutto se ci confrontato al risultato dei candidati moderati della Regione, inseriti in liste più strutturate. Pochissimi hanno raggiunto questo numero di preferenze. A maggior ragione il nostro risultato diventa ancora più importante. Correre sono un simbolo totalmente nuovo è stata impresa ardua ma con impegno e passione siamo riusciti ad ottenere un grande risultato in termini di preferenze. Questo significa che serve costruire una nuova casa per i moderati e per i riformisti. Noi ne saremo protagonisti. Con il voto di ieri abbiamo messo un primo mattoncino: sarà un percorso lungo ma i dati ci dicono che ci siamo e dobbiamo dire la nostra. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno scritto il mio nome a fianco di un simbolo nuovo, tutti coloro che mi sono a fianco in questa campagna elettorale e i candidati della lista Arnaldo Morsia, Jacopo Rosa, Francesco Rutelli e Leila Zanichelli. Senza di voi niente sarebbe stato possibile”.
Cambiamo! lancia la sfida per le elezioni regionali. Gambarini: “possiamo essere determinanti”
Cambiamo! scalda i motori in vista della elezioni regionali del 26 gennaio prossimo. Il partito del governatore della Liguria Giovanni Toti sarà in campo a fianco di Lucia Borgonzoni per il centrodestra e confluirà in una lista civica che raccoglie anche altre realtà. In corsa per la provincia di Parma ci sarà molto probabilmente anche Francesca Gambarini, fidentina, tra i fondatori del movimento di Toti. Al suo fianco dovrebbero esserci il giovane Jacopo Rosa, consigliere comunale a Colorno, e il nocetano Armando Morsia con esponenti di altre realtà. Perchè questa scelta? Ieri sera, in occasione di una cena natalizia al ristorante Atto primo di Fidenza, lo hanno spiegato Francesca Gambarini, insieme all’on. Manuela Gagliardi di Cambiamo! e all’assessore della Regione Liguria Giacomo Giampedrone sempre di Cambiamo!. “In Emilia Romagna siamo in campo senza sè e senza ma per dare il nostro contributo per cambiare la Regione dopo decenni di sinistra. Siamo un movimento nuovo ma vogliamo essere determinanti. Non è una follia perchè anche in Liguria abbiamo iniziato così: mattoncino dopo mattoncino, passo dopo passo, abbiamo scardinato il sistema di potere rosso – hanno spiegato Giampedrone e Gagliardi – . Possiamo farlo anche in Emilia Romagna affidandoci a persone che amano la loro terra e si spendono per migliorarala come Francesca”. “Il 26 gennaio davvero possiamo scrivere la storia di questa Regione – ha aggiunto Francesca Gambarini – . Ci raccontano che va tutto bene ma non è vero. Bonaccini, il Pd e la sinistra nascondono i problemi e fanno di tutto per mantenere lo status quo. Noi vogliamo una sanità vicina ai cittadini e carriere che premino il merito e non la appartenenza politica, come anche recentemente verificatosi all’ospedale di Vaio. Vogliamo infrastrutture moderne ed efficienti e soprattutto vogliamo dire basta a quel sistema di potere rosso che tanti danni ha fatto: basti pensare al consumo di suolo esagerato e ai fallimenti di cooperative che hanno lasciato centinaia e centinaia di famiglie sul lastrico”. Perchè Cambiamo!? “Certo, ci sarebbero state strade più semplici ma avrebbe voluto dire vendere la nostra dignità e le nostre idee – ha proseguito Gambarini – . Invece noi vogliamo costruire qualcosa per il territorio e un progetto che tolga vincoli e burocrazia alla societa civile e che incentivi la fantasia, la tenacia e le capacita imprenditoriali degli emiliano romagnoli. Non sarà facile ma vogliamo essere determinanti per cambiare l’Emilia Romagna e poter finalmente vivere in una Regione dove la tessera di partito non venga prima di tutto il resto”
Rette più basse per i nidi? La Regione arriva tardi: in alcuni comuni della Regione, come anche Fontevivo amministrato dal centrodestra, per tanti i nidi sono gratuiti. Perché a Fidenza no? Il sindaco Massari ci racconta ogni giorno che Fidenza è un comune virtuoso. Quindi perché non dare un segnale alle famiglie e alle giovani coppie e investire nel sociale azzerando le rette per chi ne ha i requisiti? Chiediamo alla giunta di analizzare questa nostra proposta. Una proposta a favore delle tante giovani coppie italiane che si trovano costrette a pagare rette altissime e che con questa proposta si vedrebbero per una volta premiati. Naturalmente sarà necessario individuare criteri per fare in modo che non si riveli la solita agevolazione per extracomunitari che tanto piace alla sinistra. Vanno individuati requisiti chiari nell’ottica di dare un sostegno alle famiglie italiane. Se il bilancio è sano come ci raccontano non dovrebbe essere difficile reperire le risorse da unire ai contributi statali e regionali. Facciamo vedere che per una volta Fidenza pensa alle famiglie e al futuro. Noi siamo convinti si possa fare: basta solo decidere quali sono le priorità e lì investire. Per noi la priorità è il benessere dei fidentini e dei loro figli che sono il nostro futuro. Francesca Gambarini Comitato nazionale Cambiamo! Giuseppe Comerci Consigliere comunale Cambiamo!
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