C’è chi vuole ripartire e chi vuole cambiare. Io e la mia squadra vogliamo cambiare! Fidenza soffre i problemi di anni di saccheggio del territorio e di spese prive di copertura reale. Chi vuole ripartire intende forse proseguire in questo modo e fare pagare ancora una volta i fidentini? Fino ad ora la campagna elettorale con sei candidati sindaco ha impedito di rendere evidenti le differenze programmatiche: siamo apparsi tutti uguali e la scelta si è basata sulle appartenenze o sulle simpatie. La nostra idea di città, invece, è molto differente da quella che rappresenta Massari. Ho ben presente quanto sia difficile fare superare i pregiudizi e per questo ringrazio i tanti fidentini che hanno sostenuto la mia candidatura e le liste a me collegate consentendoci di ottenere un risultato per nulla scontato. Ora però, mi auguro che ci sia la consapevolezza che al centro debba essere messa la città e l’idea che di essa si ha.
Cosa vuole dire ripartire? Rimettere tutto in mano alle cooperative Reggiane che dovevano salvare la Di Vittorio ed invece la hanno lasciata nella difficoltà che conosciamo? Continuiamo a realizzare cantieri per cui non ci sono i soldi come sta succedendo con il Solari oppure a demolire parcheggi già costruiti per realizzare impianti fotovoltaici privi di sostenibilità economica come sta succedendo dal cimitero?
In queste due settimane che ci attendono per decidere il sindaco di Fidenza cercheremo di spiegare ai fidentini che cinque anni fa abbiamo perso una occasione ma adesso possiamo riconquistarla sapendo che il cambiamento che continuano a desiderare può essere realizzato con chi ha dimostrato coerenza e coraggio.
Fidenza ha bisogno di aria nuova perché non può essere soggiogata ancora una volta alla volontà dei pochi che la hanno governato negli anni in cui abbiamo subito il peggiore scempio urbanistico. Lo svantaggio con cui parto in questo ballottaggio non mi spaventa perché ci sono migliaia di cittadini che non si sono espressi e tanti altri che dovranno scegliere se fare riprecipitare Fidenza nel continuismo amministrativo che la caratterizzata e che è stato giudicato negativamente dai tecnici del Ministero dell’Economia oppure aprire la città a tutti.