Basta consumo di suolo, Fidenza ha già dato

Con il nuovo Psc si deve chiudere definitivamente quella brutta stagione dell’espansione urbanistica incontrollata di Fidenza. I fidentini non vogliano altri quartieri privi di servizi e ancora da completare e in parte disabitati, di cui l’emblema è il quartiere Europa, e nemmeno altre torri, come quelle della stazione. Le possiamo considerare, insieme allo scheletro di via IV Novembre, il simbolo delle politiche urbanistiche passate amministrazioni di centrosinistra, di cui hanno fatto parte sia il sindaco Massari, sia il presidente del Consiglio comunale Tosi. Senza dimenticare che il dirigente comunale che si occupa di urbanistica è lo stesso da tantissimi anni. Per evitare una nuova stagione di consumo incontrollato del territorio, abbiamo presentato alcuni osservazione al Piano strutturale comunale, adottato nel marzo scorso. Vogliamo evitare che si continui a costruire, ci si deve concentrare sul recupero dell’esistente. Dobbiamo ridare valore alle case dei fidentini. Leggendo la documentazione relativa al Psc ci siamo accorti che per alcune aree oggi classificate come agricole si prevede la possibilità di riclassificare come commerciali o residenziali. Fidenza ha già dato: non servono altri quartieri e men che meno in area a vocazione agricola. Abbiamo, poi, proposto anche alcuni accorgimenti relativi alla viabilità in alcune aree per evitare di peggiorare una situazione già problematica .

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Gambarini: “Un netto no alla moschea a Fidenza”

Alcuni mesi fa, nel corso della campagna elettorale, avevo chiesto a Andrea Massari se fosse vero che fra le sue tante promesse ci fosse anche quella di costruire una moschea. Un impegno che avrebbe preso con un’associazione a cui sono iscritti numerosi musulmani residenti a Fidenza. La voce era circolata con insistenza. Massari smentì. Ora, a distanza di alcuni mesi, questa voce ha ricominciato a girare. Pare, infatti, che sia stata opzionata un’area di via Marconi da adibire a moschea e che l’iter burocratico sia già piuttosto avanzato. Il tutto nel più assoluto silenzio. Il sindaco Massari, quindi, ci dica: queste voci hanno o no un fondamento? Per quanto mi riguarda, sono fermamente contraria all’apertura di una moschea a Fidenza e mi opporrò a qualsiasi progetto a riguardo. Questa voce non è arrivata solo a me ma a tantissimi fidentini, che, preoccupati, mi hanno chiesto se ne sapessi qualcosa. Dal Comune, infatti, non si riesce ad avere nessuna informazione. Quello della moschea – soprattutto alla luce di quanto accaduto ultimamente – è un argomento che andrebbe affrontato con la più ampia trasparenza possibile, coinvolgendo i cittadini e ascoltando i loro timori e le loro preoccupazioni a riguardo, soprattutto legate al tema della sicurezza. Fidenza va restituita ai fidentini e dobbiamo recuperare la nostra cultura e le nostre tradizioni. Convogliare verso la nostra città centinaia di fedeli musulmani non andrebbe in questa direzione e rischierebbe anche di creare problemi di ordine pubblico.

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Il Baistrocchi è l’unica realtà termale viva di Salso

Il consigliere Fellini, che è stato – senza essere eletto – sia assessore del Comune di Salso con il Sindaco Tedeschi, che assessore provinciale con il Presidente Bernazzoli, dovrebbe sapere bene che i guai di Terme sono iniziati tanti anni fa e che la situazione è gravemente peggiorata durante la fantastica e progressista amministrazione Tedeschi. Quindi risponda nel merito delle questioni che ho sollevato anche se non c’è da stupirsi che uno come Fellini, che ha ancora il coraggio di dirsi comunista al giorno d’oggi, cerchi di nascondere le sue colpe parlando d’altro. La situazione attuale di Terme è fallimentare e i soci pubblici Comune, Provincia e Regione (tutti a guida Pd) lasciano , a dimostrazione del totale disimpegno della proprietà, tutto in mano all’amministratore unico. Eviti poi, Fellini, di infangare l’unica realtà termale ancora attiva : il Baistrocchi , nonostante gli innumerevoli attacchi interessati di ex consiglieri provinciali e di alcuni poteri pseudo forti, continua a vivere e a dare occupazione forse proprio perchè personaggi come il compagno Fellini non se ne sono occupati. Ma lo strabismo del nostro è evidente: dove era lui quando l’azienda termale è stata gestita ed ha ricevuto il colpo di grazia dal famoso clan dei modenesi sulle cui gesta abbiamo abbondantemente detto? Inutile ricordare come da pluri assessore Fellini abbia quindi legittimato chi depauperava Terme di quel poco che rimaneva. Per quanto riguarda le inchieste di Parma o le indagini sul Baistrocchi è bene che Fellini inizi a gigioneggiare meno pensando al caso Di Vittorio e alle parole del Presidente di Terme nell’ultimo Consiglio comunale in cui parlava di vari accessi della finanza ai libri contabili dell’azienda. Sappiamo bene che la magistratura è strabica , ma purtroppo per lui non è cieca. Da ultimo ha ragione Fellini nel dire che noi mandiamo a casa i Sindaci: lo facciamo quando non mantengono gli impegni elettorali presi coi cittadini perchè noi, al contrario suo e dei suoi compagni, non siamo disposti a tutto pur di rimanere attaccati alla poltrona!

Francesca Gambarini

Consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

Terre Verdiane, diminuire le spese e garantire i servizi

Sono ormai passati diversi giorni dall’elezione di Andrea Massari a presidente dell’Unione Terre Verdiane: stiamo aspettando di vedere quel progetto di rilancio e riforma dell’ente che solo lui può attuare. Forza Italia ha contestato l’impostazione dell’Unione fin dall’inizio, perché si tratta di una sovrastruttura che raddoppia le poltrone e le strutture dei Comuni aumentando i costi. Abbiamo, però, a cuore il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie. Massari e gli altri sindaci dell’Unione cosa hanno in mente di fare? Non dobbiamo dimenticare che dall’Unione Terre Verdiane dipende la Polizia municipale. Immaginiamo che gli agenti, in questo momento di grande confusione, siano preoccupati per il loro futuro. Spesso, inoltre, la loro professionalità viene sminuita e usata per fare cassa attraverso le contravvenzioni. Invece ci sono tanti agenti preparati con professionalità da valorizzare e idee e progetti da proporre: auspichiamo che il loro servizio possa essere valorizzato smantellando invece il “carrozzone” creato ad arte su un preciso collegio elettorale. Oggi si devono fare scelte che garantiscano la qualità dei servizi diminuendo le spese inutili che questo ente ha mantenuto in tutti questi anni.

Francesca Gambarini

Consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

Terme, Fritelli segue la disgraziata via dei predecessori

Occorre, purtroppo, intervenire sull’ultimo dibattito – tenutosi in Consiglio comunale a Salsomaggiore – sulle Terme per chiarire alcuni punti che evidenziano come l’amministrazione del finto nuovista renziano Fritelli stia perseguendo le solite disgraziate vie dei suoi predecessori con il disastro prodotto che è sotto gli occhi di tutti. Occorre intervenire causa anche l’inadeguatezza manifesta delle opposizioni in Consiglio: il centrodestra, sull’argomento, inconsistente o non pevenuto; Fellini nella difficile condizione di oppositore ora, ma autore e responsabile del sacco di Terme in passato, come assessore della giunta Tedeschi prima e assessore della giunta Bernazzoli poi. Se in Consiglio ci fosse l’opposizione di Forza Italia di un tempo, Fritelli sarebbe già a casa. Sperare, infatti, che la salvezza arrivi da un fantomatico decreto di deroga del Governo, che nasconda le vergogna di Terme, è semplicemente ridicolo, se non clientelare. Rallegrarsi, come fa Fritelli, che, grazie al fatto che l’Inps chiude gli occhi da 4 anni sulla cassa integrazione in deroga di Terme, Terme abbia risparmiato 8 milioni di euro, significa dichiarare, espressis verbis, che si è scaricato sulla collettività il peso dei dipendenti delle Terme, cosa di cui non bisognerebbe andar fieri. Circa le spese legali del contenzioso Baistrocchi –  Terme bisogna che questi soggetti strani si ficchino in testa che: primo, il Baistrocchi ha vinto la causa; secondo, senza quella vittoria il Baistrocchi non avrebbe potuto crescere dato l’abuso di posizione dominante di Terme accertato dal tribunale; terzo: l’accordo transattivo tra le parti siglato 2 anni fa senza ragioni logiche giuridiche (e vero motivo per cui il Baistrocchi è stato commissariato) ha messo in condizione ancora una volta Terme di assicurarsi una rendita parassitaria e immeritata sull’unica realtà termale ancora attiva, senza per questo risolvere alcun problema di Terme, ma mettendo a rischio l’esistenza stessa dell’Istituto. Tutto per coprire i disastri degli amici amministratori di Terme. Ricordiamo poi per inciso che mentre il Baistrocchi è strangolato da Terme, Terme non paga quasi 2 milioni di euro al Comune (leggi: collettività) per l’utilizzo delle fonti di Tabiano. Questo alla faccia della collaborazione Terme, Baistrocchi e Comune, dove l’unico che lavora è il Baistrocchi e gli altri speculano sul suo sangue. Infine, coi numeri da disastro aziendale sciorinati in Consiglio, c’è da chiedersi come mai la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti continuino a far finta di niente. In definitiva siamo in Emilia Romagna, dove il soccorso rosso ha tante diverse facce. E noi paghiamo.

Francesca Gambarini

Consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

Aumentano le tasse, calano i servizi

Sfogliando il calendario della raccolta differenziata 2015, sono venuta a sapere che da maggio prossimo il servizio di raccolta dei rifiuti subirà una modifica sostanziale: il ritiro del rifiuto indifferenziato avverrà una sola volta alla settimana e non più due. E’ così che il Comune premia i fidentini, che da anni differenziano con diligenza? Il Comune vince il premio “Comuni ricicloni” ma costringe i cittadini a tenersi in casa i rifiuti – pochi o tanti che siano – per una settimana intera. Una riduzione del servizio di raccolta del rifiuto indifferenziato, fatta in questo modo, causerà ai cittadini un grande disagio. Ci sono infatti dei rifiuti che obiettivamente producono odori sgradevoli, ad esempio i pannolini… Non si riesce a capire il motivo di questa modifica, che viene percepita come un disservizio: le tasse crescono ma i servizi calano. Quale vantaggio avranno i fidentini da questa novità? Credo nessuno. E non ci rispondano che il vetro e la carta verranno raccolti con più frequenza! Il sindaco e l’assessore all’Ambiente spiegheranno ai cittadini il motivo di questa scelta?

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Di Vittorio: il mio intervento in Consiglio

La vicenda Di Vittorio ci offre una gamma di sfaccettature che in qualche modo rendono difficoltoso affrontarla con linearità. Sono sfaccettature con le quali in molti, forse troppi, stanno giocando per mettere in luce ciò che più gli interessa e per nascondere ciò che non vogliono abbia piena evidenza e conoscenza.

La comunità fidentina ha il diritto di sapere , per quanto possibile, circa un fatto rilevante per tante famiglie e per tutta la popolazione vista la relazione tra interessi del Comune e Coop Di Vittorio.

Ciò che oggi ci riguarda sono invece gli aspetti economici e sociali che questa vicenda comporta per la nostra comunità. Aspetti economici che riguardano sotto più risvolti l’amministrazione comunale e che fanno si che ad essere chiamati a rispondere della mala gestione della Di Vittorio siano anche i cittadini di Fidenza che nulla vi hanno mai avuto a che fare.

È su questo che porrei l’attenzione: sulla necessità di individuare gradi di impegno dell’amministrazione comunale che, senza avere una visione complessiva del problema, non può immaginare di affrontare in modo generalista quello che è diventato l’incubo di molti fidentini.

Noi riteniamo che sia prioritario assicurare ai fidentini che non sarà il comune a farsi carico del disastro Di Vittorio e che non saranno le loro tasche a pagare per le azioni di un soggetto economico che ha fatto gravi errori e che si è trasformato da ente mutualistico a protagonista di quella speculazione immobiliare che ha devastato la nostra città.

Allora se vi è una responsabilità politica, al di la di quella che verrà imputato agli amministratori della Di Vittorio, è la responsabilità di quegli amministratori pubblici – sindaci, assessori, dirigenti e consiglieri comunali – che hanno favorito l’idea che il territorio fosse un bene da saccheggiare; un bene su cui fare speculazioni senza fine. È in questo, sindaco Massari, che la riteniamo principalmente coinvolta, nel fatto di avere fatto parte di quella cultura amministrativa che ha riempito la città di abitazioni vuote o di scheletri senza futuro.

Il Comune di Fidenza non può essere debitore del fallimento accollandosi i mutui accesi improvvidamente.

Il comune di Fidenza è creditore del fallimento; lo è perché deve ricevere un milione e duecentosettantatremila seicentonovantadue euro. La comunità è creditrice del fallimento perché la regione Emilia Romagna ha un credito di due milioni e seicento quarantamila euro; Soldi stanziati per dare beni e servizi al territorio che sono stati mangiati da una gestione su cui curatori e tribunali avranno molto ancora da approfondire.

Dunque solo guardando al bilancio del Di Vittorio, sono più di 3.800.000,00 i denari pubblici – tra comune e Regione Emilia Romagna – che questa gestione ha tolto alla comunità per disperderli in operazioni megalomani e dall’inesistente valore sociale.

Un capitolo che potremmo aprire è quello delle responsabilità della pubblica amministrazione:

qual è la natura di tali crediti?

Perché, se si tratta di oneri di urbanizzazione non sono stati richiesti prima del rilascio dei titoli autorizzativi?

perché se si tratta di altri crediti non sono stati garantiti da polizza fideiussoria? Perché, se vi era polizza fideiussoria, non è stata escussa?

Abbiamo dirigenti e tecnici che sono pagati fiori di denari non risponderanno mai delle loro mancanze?

Sempre il cittadino dovrà reggere il peso di nuovi balzelli per recuperare gli sprechi di questa amministrazione?

All’impatto economico che questa vicenda ha per le casse comunali si associa il dramma sociale, prima ancora che economico, di coloro che hanno perso i loro risparmi per averli affidati nelle mani sbagliate in virtù dell’inganno messo chiaramente in risalto dal commissario giudiziale, cioè in virtù della garanzia di un capitale sociale che in realtà era frutto di una falsificazione dei bilanci. Sono 12 milioni e 700 mila gli euro sottratti in tal modo a cittadini, non solo di Fidenza, in buona fede, che oggi vedono con molta meno serenità il loro futuro.

Dopo vengono i fruitori delle abitazioni in proprietà indivisa per i quali non è in discussione il diritto di abitare ma il titolo giuridico che gli permette di esercitarlo.

Ed infine i tanti artigiani, liberi professionisti, lavoratori autonomi e aziende del tessuto fidentino che vedono sfumare la possibilità di riavere i propri denari in un momento in cui , per il sistema delle imprese, è prezioso fino all’ultimo centesimo. Così a caduta abbiamo altri piccoli fallimenti che generano nuova e ulteriore sofferenze nelle persone e nel tessuto economico e sociale della nostra città.

Tanto c’è da dire su questo tema e credo che si tratti di una vicenda appena iniziata che ci riserverà purtroppo ancora tante sorprese e che genererà anche tanta amarezza, la stesa che ho provato, senza essere creditrice o debititrice di questo fallimento, nel leggere quanto questa vicenda verrà a costare di spese di procedura e quanto sono costati i tentativi di definizione del concordato che si è poi dimostrato – lo dico tra virgolette – Falso. Parliamo di milioni di euro!

E riprendendo il decreto di revoca del concordato capiamo perchè il Tribunale ha rigettato , su richiesta del PM, il concordato !! PAGINA 6 ,7 ,8,9, 11, 12,13,14,15,16,17,18

Cosa fare ce lo indica il curatore fallimentare nella sua relazione da commissario giudiziale del concordato.

Le azioni degli ultimi anni della Di Vittorio sono state orientare principalmente a garantire le esposizioni bancarie trasformando dei crediti chirografari in crediti ipotecari. Questo ha generato un grave danno agli altri creditori che si sono visti sottrarre beni su cui rivalersi e si sono visti sorpassare dalla banche che sono solo marginalmente presenti tra i creditori chirografari.

L’analisi dell’impatto che avrà per il comune l’accollo dei mutui regolarmente accesi ed imputati sulle abitazioni fidentine ci darà poi la dimensione del problema di diretta competenza.

Una volta definito l’ammontare del patrimonio immobiliare che accederà a quello comunale si potranno definire nuove forme di partecipazione dei cittadini alla proprietà indivisa con la messa a disposizione del patrimonio immobiliare acquisito e trasferimento degli oneri collegati, compreso quello della restituzione, nel tempo, di quanto i soci finanziatori non hanno visto restituito dal fallimento.

Non possiamo però dimenticare l’analisi delle responsabilità di chi ha portato il comune ad avere una esposizione di quasi 1.300.000,00 € senza idonee garanzie.

Si tratta di una soluzione complessa che richiede attenzione ma soprattutto buona fede. È per questo che chi dovrà gestire questa partita non dovrà lasciare nessuna ombra circa la sua relazione con la Di Vittorio. In questo caro Sindaco, al di la del fatto che si tratti di un periodo trascorso, la sua partecipazione nel consiglio di Amministrazione della Di Vittorio al di la di tutto la rende una parte e non l’arbitro!

Tra l’altro, a sostegno di queste mie dichiarazioni, la relazione del comissario Capretti dice che già al 31 /12 /2007 la Di Vittorio versava in squilibrio finanziario…. e lei Sindaco che era stato amministratore fino a quel momento dovrebbe saperlo. Sempre secondo il commissario la Cooperativa ha messo in atto operazioni illecite per nascondere la verità e salvare gli amministratori, oltre che non aver mai verificato negli ultimi 10 anni l’impossidenza

E’ del tutto evidente la disorganizzazione amministrativa e l’incapacità manageriale di chi ha gestito la Di Vittorio……con Revisori dei conti che forse erano un po’ addormentati….. e con una commistione fra amministratori, politica e cooperative e ingerenze imprenditoriali in ambiti non propri. Legami che vanno spezzati.

Poi c’è Polis, ma è tutto un altro squallido capitolo!

Francesca Gambarini

Capogruppo Forza Italia Fidenza

Una nuova poltrona per Massari

Massari ce l’ha fatta: è riuscito a diventare presidente di Unione Terre Verdiane. Ci ha messo due mesi ma ci è riuscito. Massari diventa presidente di un ente allo sbando per colpa dei giochi di potere di Massari e degli altri sindaci del Pd. Lo dimostra la protesta dei dipendenti, che vedono il loro futuro lavorativo a rischio. Cosa intende fare Massari per loro? Come può risultare credibile un presidente che fino a pochi giorni fa criticava Unione Terre Verdiane solo perché non era stato eletto presidente? Ora, invece, si presenta con tante belle parole, dicendo di voler cambiare l’ente e con tante proposte fantasiose e irrealizzabili. In questi due mesi abbiamo vissuto una situazione ridicola, con il sindaco di Fidenza che, invece di pensare ai problemi dei suoi cittadini, ha pensato solo ad arrivare ad una nuova poltrona. In questi due mesi, però, né lui, né il suo socio Fritelli, ci hanno detto perché il presidente doveva essere proprio Massari. Quel Massari che 2 mesi fa nemmeno esponenti del suo stesso partito avevano votato. Io sono sempre stata molto critica nei confronti di Unione Terre Verdiane. Ritengo questo ente un carrozzone mangiasoldi dei cittadini, che non offre servizi adeguati ai costi che ha. Un mostro di burocrazia, utile solo a spartire poltrone, e che non tutela i propri dipendenti. Anche alla luce di quanto successo ultimamente, sono sempre più convinta della necessità di fare una riflessione seria sull’Unione Terre Verdiane. Ha senso mantenerla in vita? Ha senso per Fidenza farne parte?

Francesca Gambarini

Consigliere Forza Italia in Unione Terre Verdiane

 

Il Pd dica la verità ai soci della Di Vittorio

Leggiamo che il Pd fidentino ritiene di risolvere il problema del fallimento della  Coop Di Vittorio, interpellando la regione e il governo.

Proprio la stessa regione Emilia Romagna, governata negli ultimi decenni sempre dal prima  Pc,i poi Ds e ora Pd, che ha vissuto di recente la questione dell’ ex presidente  Vasco Errani, dimessosi perché condannato in secondo grado per aver agevolato la cooperativa del fratello, dovrebbe ora farsi carico della Coop Di Vittorio! Crediamo sia necessario dire ai soci quella che è l’amara verità e che non si conoscono situazioni di fallimento in cui gli stessi soci abbiano recuperato il denaro investito, e che la regione non può intervenire in una questione privata! Si vergogni Gallicani quando dice che noi facciamo cassa elettorale perché a strumentalizzare e imbrogliare le aspettative dei soci, sono stati proprio loro del PD; inoltre ricordiamo al capogruppo del Pd che le elezioni si sono svolte la scorsa primavera ma evidentemente lui sa qualcosa  che ancora noi non conosciamo,  ci apprestiamo quindi a stampare ancora qualche manifesto! Infine ricordiamo a Gallicani e al Pd, visto che insistono nel parlare di “degenerazione post 2008”, che è stato dichiarato il fallimento con “frode” e ciò implica reati penali risalenti anche a molto prima del 2008… Basta leggere la relazione di Capretti per rendersene conto.

Francesca Gambarini (Forza Italia)

Gabriele Rigoni (Rete civica)

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