L’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia, con oltre 300 migranti morti, ci mette davanti al fallimento delle politiche del Governo in materia di immigrazione. Mesi fa, dopo un altro naufragio con centinaia di morti, sull’onda dell’emozione, il ministro dell’Interno Alfano ha varato l’operazione Mare nostrum. A carico dello Stato italiano – ossia di tutti noi – , la nostra Marina militare ha fatto da taxi, andando a prendere i migranti in mezzo al mare e portandoli sulle nostre coste. Senza alcun sostegno da parte dell’Unione Europea, abbiamo speso una cifra esorbitante, senza che però diminuisse sensibilmente il numero dei migranti morti in mezzo al mare. Poi è arrivata Triton: è cambiato il nome ma non il risultato, come purtroppo dimostra quanto successo ieri. Ritengo che un’operazione come Mare nostrum abbia avuto il suo più grande difetto nel contribuire a far credere che in Italia ci siano lavoro e ricchezza per tutti, quando in realtà tantissimi italiani sono senza lavoro e non riescono ad arrivare a fine mese. Forse, a qualcuno fa comodo far credere che l’Italia sia il paese di Bengodi, date le speculazioni fatte su immigrati e centri di accoglienza di cui abbiamo avuto recentemente notizia. Si specula su persone che, disperate, investono tutto il poco che hanno e rischiano la vita, pensando di trovare il benessere in Italia. Penso sia arrivato il momento di dire basta a operazione come Mare nostrum o Triton e elaborare progetti per aiutare queste persone nei loro Paesi di origine. Il ministro Alfano e il premier Renzi, se contano qualcosa in Europa, devono pretendere che l’UE, oltre a imporci l’austerità, ci sostenga nel cercare di prevenire le partenze. Il problema va affrontato alla radice per prevenire nuove tragedie. Si lavori, però, in maniera seria, non agendo sull’onda dell’emozione.
Francesca Gambarini
Forza Italia