Comunicato condiviso da Forza Italia, Rete Civica e Movimento 5 Stelle
Esiste ancora oggi una diffusa percezione di insufficienza dei servizi sanitari dedicata alla nostra comunità. Pur avendo servizi di ottimo livello, basti pensare all’ospedale di Vaio e idee di sviluppo delle cure di primo livello nelle aspettative dei cittadini del nostro territorio ci sono ancora margini di miglioramento .
Come rappresentanti di opposizione in Consiglio Comunale abbiamo chiesto, per la seconda volta, un Consiglio straordinario sul tema delle sanità per seguire sviluppi del piano riorganizzativo in corso,di questo di cui diversamente non saremmo stati messi a conoscenza. Come movimento civico intendiamo essere informati e vigilare su un tema “quello della sanità” che ovviamente non ha, ne’ può avere colori politici.
Ringraziamo per questo i due Direttori Generali, Dr.ssa Saccenti e Dr. Fabi per la loro presenza e disponibilità.
Una sanità adeguata ai bisogni è un diritto dei cittadini ed un dovere da parte delle istituzioni . La qualità dei servizi sanitari del nostro territorio ha raggiunto in questi anni “buoni livelli” che, non possono essere messi in discussione dalla ricerca di una eccessiva efficienza.che, potrebbe mettere a rischio “. il mantenimento di un servizio sanitario pubblico, universale, che garantisca accesso alle cure a tutti i cittadini.
Ci auguriamo quindi non solo che, il sistema venga “mantenuto”, ma anche che si sviluppi ed abbia le risorse adeguate : spazi, persone e tecnologie.
E’ di questi giorni l’allarme dei Sindacati che registrano un forte calo del personale causato dal blocco del turn over in parallelo all’ aumento dell’età media dei dipendenti, 10.000 le persone in meno tra medici, infermieri,Oss e tecnici della riabilitazione, nel solo 2015.
Il rischio è che il sistema collassi e che “si ‘impoverisca’, non solo di risorse economiche ma anche umane.
E’ con estrema soddisfazione che cogliamo lo stato di avanzamento della “nuova ala ospedaliera partendo dai nuovi locali del P.Soccorso, recentemente inaugurati e e già funzionanti, ma con altrettanta preoccupazione cogliamo la preoccupazione interna e dei sindacati, in merito alla inadeguatezza delle risorse umane rispetto ai nuovi spazi e la nuova organizzazione del lavoro.
Abbiamo anche molte preoccupazioni sul rischio di perdere professionalità e competenze nei ruoli dirigenziali dei dipartimenti e reparti che potrebbero causare la diminuzione dell’ attrattiva del nostro ospedale e un “ fisiologico” appiattimento verso l’ Azienda ospedaliera di Parma o verso la sanità piacentina .
Crediamo che l’ Ospedale di Fidenza possa avere un’ opportunità importante : nell’asse della Via Emilia, potrebbe fare da cerniera tra Parma- Piacenza ma potrebbe anche rischiare, con due Aziende forti, Parma e Piacenza di diventare “ un polo troppo satellite “.
Oggi non siamo qui per mettere in discussione le integrazioni già in corso, Ospedale di Fidenza con l’Ospedale di Borgotaro ; Azienda Usl e Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, ne tantomeno i confini delle aree vaste , anche se regioni che hanno già sperimentato questi percorsi obbligati dalle minori risorse economiche , ne hanno già constatato i limiti e stanno rivedendone la progettualità .
Oggi siamo qui per ribadire che per noi, l’uso integrato degli ospedali è una strada , ma valorizzandone e non svuotandone il ruolo! Dobbiamo dare una doppia risposta: centralizzata e multi-specialistica ma non perdere “la prossimità “ con servizi di base che tengano conto di un territorio che sta invecchiando ma anche specialistici ed una territorialità rafforzata.
A riguardo, riteniamo sia necessario dotare Fidenza di più posti di Lungodenza e riabilitazione. I 10 posti programmati “ rischiano di essere insufficienti”, anche alla luce di un Ospedale di Comunità, quello di S. Secondo P.se che, svolge un ruolo prevalentemente a favore per il territorio della Bassa. Al tal proposito basti pensare che la nostra comunità sta invecchiando e sarà sempre più gravata da situazioni di perdita di autonomia e indipendenza . Oggi, molto spesso, il dopo ricovero è gestito o a Parma ( Don Gnocchi ) o a Villa Igea o nelle Case Protette della Bassa parmense con disagio per i familiari a loro volta spesso anziani. Inoltre Fidenza ha rinunciato molti anni fa ad avere posti di RSA (residenza sanitaria assistita ). Questa scelta a nostro avviso va riconsiderata, così come riteniamo vada potenziata l’attività a domicilio con particolare riguardo al tema delle cure palliative .
Per quanto riguarda la specialistica l’Ospedale di Fidenza ha potenzialità di sviluppo anche su branche “altamente specialistiche” come quella delle “malattie rare “ dando seguito al progetto avviato alcuni anni fa sulle “malattie rare neuromuscolari” , finanziato dalla Fondazione Cariparma .
Altro tema: la costante riduzione di posti letto . L’Emilia-Romagna ha attualmente 4,2 posti letto per 1000 abitanti. Per adeguarsi agli standard nazionali indicati dal decreto ministeriale (3,7 posti letto per 1000 abitanti, comprensivi di 0,7 per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie ) ha disposto un ulteriore contenimento di posti letto nel 2016 :- 815 posti per gli ospedali pubblici entro il 31 dicembre 2016 . Una “riduzione rischiosa”, se si pensa che questo ulteriore calo va a sommarsi ai meno 1700 degli anni precedenti e che l’indice di occupazione media non si combina con le caratteristiche di un territorio “sempre più anziano” .Quanti e in quali ambiti avverrà in Provincia di Parma ?
La riduzione di posti letto “ purtroppo” non è bilanciata da reali politiche sanitarie di crescita delle cure primarie e dell’integrazione ospedale-territorio. Basti pensare che la nuova Casa della Salute di Fidenza è stata pensata senza la piena integrazione professionale tra medici e altri operatori sanitari, tra servizi ospedalieri e territoriali, tra sanità e sociale, giacché non abiteranno gli stessi spazi. Il che crea dispendio di energie tra gli operatori e non adeguata accessibilità ai cittadini .Come può un cittadino autodeterminarsi nel pellegrinaggio alla ricerca di risposte di salute, se queste non sono disponibili in un unico luogo ?
Come può un processo di integrazione vera svilupparsi se non in una logistica comune del mondo professionale ?
E’ necessario “ nell’applicazione dei piani di riordino e di sviluppo” garantire la qualità dei servizi e coinvolgere tutti i professionisti nelle scelte strategiche.
Per l’Ospedale di Fidenza abbiamo bisogno di una forte caratterizzazione, di obiettivi di crescita e di “forte coinvolgimento “ .
Vigileremo affinchè il sindaco garantisca i giusti livelli di assistenza nella nostra realtà e come movimento civico intendiamo dare un contributo.