Più trasparenza, miglioramento del sistema di vigilanza, garanzie sul prestito sociale e costituzione di un fondo per le vittime delle cooperative in crisi che si vedono impossibilitate a restituire il prestito sociale. Sono alcune delle proposte elaborate da Federconsumatori e dal Coordinamento nazionale soci cooperative per tutelare il prestito sociale. E’ una bozza che mi trova totalmente d’accordo. E aggiungo un punto: evitiamo che le cooperative siano legate in maniera troppo stretta alla politica. Evitiamo, per esempio, che nei cda delle coop siedano esponenti di partiti politici o amministratori e funzionari comunali. Peccato soltanto che si corra ai ripari dopo che il danno è stato fatto. Qui a Fidenza lo sappiamo bene quali conseguenze può avere la mala gestio di una coop, dato che tanti fidentini lo hanno vissuto sulla propria pelle con il fallimento della coop Di Vittorio – legata a doppio filo alla sinistra fidentina, come si capisce dai nominativi dei suoi ex amministratori – che ha lasciato sul lastrico tante famiglie che si erano fidate e avevano affidato i propri risparmi alla coop attraverso il prestito sociale. Purtroppo il fine mutualistico con il quale era nata la Di Vittorio è stato tradito e il prestito sociale è stato usato per fare altro con le devastanti conseguenze che conosciamo bene. La proposta fatta da Federconsumatori e Coordinamento soci cooperative va nella direzione di evitare fatti del genere. Ma, come dicevo, il danno ormai è fatto e sarà la magistratura a fare chiarezza e ad individuare i responsabili del dissesto della Di Vittorio. Infine, suggerisco ai soci prestatori della Di Vittorio di provare a percorrere la strada seguita dai comitati soci prestatori nati in Friuli in occasione di due fallimenti drammaticamente analoghi a quello della Di Vittorio. Hanno coinvolto la presidente della Regione (e vicepresidente nazionale del Pd) tentando una causa civile risarcitoria in quanto è potestà delle Regioni la vigilanza sulla trasparenza e sul buon funzionamento delle coop.