Nell’indifferenza e nel disinteresse più totale la procedura fallimentare della cooperativa Di Vittorio va avanti. Le ultime notizie emerse ci dicono che sono 653 le persone (o imprese) che hanno chiesto di riavere soldi dalla Di Vittorio e che il debito riconosciuto è di circa 42 milioni di euro. Sono cifre che danno l’idea delle dimensioni di questo crac. Un crac in cui tantissime famiglie hanno perso i risparmi di una vita, dato che è praticamente impossibile che rivedranno anche un solo centesimo dei loro soldi. Il fallimento della Di Vittorio è una vicenda che fa male a Fidenza e ai fidentini, dato che la Di Vittorio, nel bene e nel male, fa parte della storia della città. Una storia che non è a lieto fine, anzi. In particolare, è parte della storia di una parte politica che, salvo una breve parentesi, da sempre governa Fidenza. Il legame è facilmente individuabile: basta leggere i nomi delle persone che si sono alternate nei cda della Di Vittorio. Per tutti questi motivi, è necessario che questa vicenda non venga dimenticata. Da parte mia, continuerò a tenere alta l’attenzione sulla vicenda. Vanno individuati i responsabili del fallimento. Spero che l’azione dei curatori fallimentari e del tribunale riesca a fare chiarezza su quanto accaduto e che, una volta individuati i responsabili del fallimento, si avviino le dovute azioni di responsabilità. I soci e tutti i fidentini hanno il diritto di sapere cosa è successo e di sapere perché una cooperativa nata con fini mutualistici ha portato avanti operazione che con quel fine poco avevano a che fare. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. A pagare non deve essere la collettività ma chi ha causato il dissesto.
Francesca Gambarini, capogruppo Forza Italia Fidenza