“Il tribunale di Parma ha dichiarato il fallimento della cooperativa Di Vittorio e di Polis Spa, rigettando la richiesta di concordato sulla quale tante rassicurazioni erano state date anche dal sindaco Massari. I nostri timori sono diventati realtà. Il primo pensiero va a tutte quelle persone che hanno avuto fiducia nella Di Vittorio affidandole i propri risparmi e a tutti coloro che vivono nelle abitazioni della proprietà indivisa. Si parla di milioni di euro.” Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza, commenta il fallimento della cooperativa Di Vittorio. “A questo punto, la convocazione del Consiglio comunale monotematico non può più essere rinviata: serve dare spiegazioni a chi ha affidato i risparmi di una vita alla Di Vittorio e alla città intera, dato che, stando alle dichiarazioni di Massari e degli altri sindaci, il passivo potrebbe ricadere sul Comune. Invito, quindi, il presidente del Consiglio comunale a convocarlo immediatamente. Del cda della Di Vittorio hanno fatto e fanno parte diversi esponenti del centrosinistra cittadino (fra cui anche l’attuale sindaco): alla luce di questo legame, evidenziato anche dal capogruppo Pd in una seduta consiliare, l’amministrazione deve ancora di più sentirsi in dovere di spiegare ai cittadini cosa sta succedendo. Questa commistione fra amministrazioni, politica , cooperative e ingerenze imprenditoriali in ambiti non propri va spezzata al più presto. Ho più volte chiesto chiarimenti senza mai ricevere risposta. L’opposizione è stata sbeffeggiata e accusata di voler speculare su questa vicenda. Inoltre, mi preoccupa il contenuto della relazione del commissario Capretti, che parla di “opacità” e che ha ritenuto di dover fare un esposto in Procura. Al fallimento non si arriva in un giorno, ma quello che accade oggi è il risultato di tante scelte sbagliate del passato. Vanno accertate le responsabilità perché a pagare non devono essere i cittadini. Le cooperative nate per soddisfare esigenze abitative non devono utilizzare risorse dei soci per invadere settori imprenditoriali che esulano dalla loro mission originaria come ad esempio aprire bar, ristoranti o poliambulatori!”